lunedì 3 giugno 2013

DEATH SS - La magia della vita, parla Steve Sylvester


DEATH SS - La magia della vita, parla Steve Sylvester
Fonte : http://www.metallized.it

A distanza di sei anni dall'ultimo album, nuova vita scorre nelle blasfeme e misteriose vene dei Death SS, band che è pronta per una nuova 'resurrezione' artistica. Ma lasciamo che siano le parole di Steve Sylvester, leader della formazione ad introdurci al nuovo album...





Selenia: Sembrava che The Seventh Seal fosse l’ultimo album dei Death SS, così come ci avevate convinti che l’orgia finale di Black Mass, durante la vostra esibizione live all’Italian Gods of Metal del 2008, fosse l’ultima immagine che lasciavate, prima di salutarci con un “addio”. Invece, eccovi qui, con un nuovo album dopo circa sette anni dall’ultimo lavoro: cosa vi ha fatto cambiare idea e cosa ha fatto in modo che la resurrezione avvenisse?
Steve Sylvester: Nel 2007 in realtà non avevo mai posto la parola “fine” sul progetto Death SS. Semplicemente dopo aver festeggiato il trentennale dalla fondazione della band e aver pubblicato i 7 sigilli, ho preso una pausa a tempo indeterminato per potermi dedicare ad altri progetti. Sarei tornato alla band solo quando e se avrei avuto qualcosa di veramente valido da proporre, qualcosa che non fosse una continuazione del settimo sigillo ma costituisse in nuovo inizio. Tutto ciò si è poi verificato sei anni dopo ed eccoci qui!

Selenia: Il disco è stato prodotto in maniera indipendente avvalendoti anche dell’esperienza di Freddy Delirio. Non accadeva dai tempi di Black Mass che un vostro disco fosse autoprodotto senza alcun tecnico esterno, come mai questa scelta? Avete incontrato delle difficoltà?
Steve Sylvester: Al contrario! Dopo tanti anni passati negli studi di registrazione accanto a produttori di fama mondiale come Neil Kernon, Sven Conquest o David Shiffman, ho acquisito sufficiente esperienza per poter produrre un disco con le mie sole forze, coadiuvato da un ottimo tecnico del suono come Freddy Delirio. Penso che il risultato e la resa sonora di Resurrection ne siano una chiara dimostrazione.

Selenia: I lunghi tempi di gestazione dell’album sono dovuti proprio a questo volersi cimentare nel do it yourself?
Steve Sylvester: Anche, ma soprattutto, avendo un nostro studio a disposizione, ho voluto prendere la cosa con molta calma, registrando una song alla volta solo quanto tutto era ottimale, senza preoccuparmi di alcuna scadenza e selezionando solo il materiale migliore. Ogni canzone è stata curata ed arrangiata nei minimi dettagli, finché il risultato finale non ci soddisfaceva a pieno. Solo quando abbiamo totalizzato 12 song per noi “perfette” abbiamo pensato di pubblicare un nuovo album.

Selenia: Ciò che mi ha da subito colpita al livello visivo è stata la copertina di Resurrection: devo dire che ho apprezzato tantissimo lo stile fumettistico, sembra quasi la locandina di un horror movie anni ’70. Vuoi raccontarci qualcosa di questo art work e come è stato scelto?
Steve Sylvester: Non è un mistero che io sia sempre stato un grande cultore e collezionista di vecchi fumetti sexy/horror italiani, quei titoli come Jacula, Zora, Cimiteria, Belzeba etc. che circolavano nelle nostre edicole negli anni ’70 ed ’80. Sono riuscito ad entrare in contatto con il maestro Emanuele Taglietti, artefice in quel periodo di tutte le più belle copertine dei succitati fumetti. Ne è nata una bella amicizia che ha portato alla realizzazione delle grafiche del nuovo album, dove la band è ritratta mente “risorge” dall’inferno, accompagnata da uno di quei mitici sexy personaggi, appunto Belzeba.

Selenia: L’album è molto vario ed eterogeneo, sicuramente specchio dei diversi periodi in cui sono stati concepiti i pezzi che lo compongono. Non c’è un sentimento predominante a mio avviso e probabilmente questo rende la release di più difficile assimilazione: pensate che l’aver racchiuso così tante sfumature vi possa in qualche modo penalizzare e possa trasmettere una certa sensazione di disunione?
Steve Sylvester: Non direi. Anche se ogni brano ha una sua precisa identità ed è stato composto con diverse tempistiche, le 12 canzoni sono comunque unite tra loro sia dal duplice concept che le raggruppa tra colonne sonore di films horror e poemi esoterici legati a Crowley, sia dal fatto che anche musicalmente siano state rimixate sotto un’ottica globale finale, che smussasse ogni eventuale differenza di sound ed amalgamasse il tutto in maniera armonica.

Selenia: Il principale filone che lega le varie track, oltre le tematiche esoteriche ed occulte, è che la maggior parte di esse è stata ideata come colonna sonora per film o per serie tv. Partiamo con l’opener Revived, che è stato anche il primo pezzo che avete composto nel 2009, per la puntata de L’Ispettore Coliandro, oramai nota a tutti, per proseguire con The Darkest Night, Eaters, Ogre’s Lullaby, Santa Muerte e Precognition. E’ una nuova strada che pensate di intraprendere, quella di dedicarvi alle soundtrack, o è un puro caso che negli ultimi periodi ci sia stata una concentrazione di tali episodi?
Steve Sylvester: Un po’ entrambe le cose. E’ sicuramente iniziato tutto per caso quando i miei amici Manetti mi hanno chiesto una canzone inedita appositamente per la serie TV. Da lì in poi ho avuto altre richieste fino a ritrovarmi a musicare un intero film. Per me è stata un’esperienza nuova ma sicuramente molto affascinante che spero di poter ripetere anche in futuro.

Selenia: Non è un mistero che siate particolarmente legati alla numerologia o, comunque, a certi simbolismi. Lo dimostra -per rimanere sul presente- la decisione di diffondere il singolo che anticipava l’album, The Darkest Night, il 21 dicembre, notte della famigerata quanto sfatata previsione catastrofista Maya, e di distribuirlo in 666 copie; oppure, l’aver fissato la release date di Resurrection al 6 giugno (6/06/2013 =6/6/6). Non ti ha mai in qualche modo “pesato” questa ricerca ponderata, quasi ossessiva, di ricorsi numerici che, per quanto simbolici, potrebbero in qualche modo risultare limitativi e poco elastici?
Steve Sylvester: No, lo trovo anzi molto divertente! In realtà non sempre alcune date sono state calcolate appositamente. A volte si tratta di vere coincidenze e comunque studiando la numerologia, non è poi tanto difficile trovare una collocazione “magica” ad una precisa data. Anche questo fa parte del nostro essere “Death SS”.

Selenia: Tutti attendono con ansia il vostro ritorno on stage e per il momento l’unica data italiana confermata da headliner è quella del Metal Camp Sicily. Nell’attesa che vengano annunciate ufficialmente le date del tour completo, potete darci qualche anticipazione?
Steve Sylvester: Onestamente al momento non ho molto altro da dire in merito, se non che stiamo allestendo una nuova coreografia e che avremo una nuova agenzia che provvederà a curarci il booking. Da parte mia posso solo assicurarvi che come al solito non ci risparmieremo e cercheremo di offrire, nel limite delle varie situazioni che andremo a trovare, un grande spettacolo degno del nome dei Death SS!

Selenia: Pura curiosità da fan feticista: nelle vostre performance sarete sempre accompagnati dalla splendida Dhalila?
Steve Sylvester: Certo! Dhalila sarà presente on stage con noi, pronta per nuove, incredibili performances!

Selenia: Ultima domanda prima dei saluti finali: in passato hai dichiarato che già all’inizio della vostra carriera musicale, nel ’77, avevi in mente di concludere la prima fase della band con un sigillo, incarnato appunto dal vostro settimo album. Adesso che il primo ciclo vitale dei Death SS si è concluso e che ne avete aperto uno nuovo, come ti poni di fronte al futuro? Hai ancora progetti così a lunga distanza come ai vostri esordi?
Steve Sylvester: Diciamo che al momento mi accontento di vivere alla giornata, inseguendo il “bello” che la magia della vita ti può dare….!

Selenia: Grazie mille Steve, è stato un piacere ed un onore chiacchierare con te!
Steve Sylvester: All The Be(a)st to you all!

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