lunedì 3 giugno 2013

DEATH SS "Resurrection"

( Recensione di \\\Dave/// pubblicata il 31/05/2013 )
Fonte : http://www.mondometalwebzine.com/

"Resurrection"

Non c'è bisogno di descrivere i Death SS. Credo che qualsiasi metallaro italiano conosca la band di cui stiamo per parlare. Il nuovo
lavoro di Steve Sylvester e soci si intitola "Resurrection".
La voce di Steve Sylvester è caratteristica, una bandiera per una band che detiene meritatamente un posto d'onore nel panorama metal italiano; il suono della band è sempre penetrante e oscuro e, sin dalla canzone che apre il disco, si riconosce benissimo la mano che ha scritto in passato dei pezzi splendidi.



"Revived" è un pezzo bello pompato, con un basso dominante e la voce in primo piano. Il resto della band suona in maniera impeccabile e
precisa, accompagnando con un ritmo incalzante un pezzo che non vedo l'ora di sentire live al Metalcamp il 16 agosto. Devo dire che per me i Death SS sono sempre stati storia.
Il secondo pezzo del disco è "The Crimson Shrine". Doppia cassa ben in evidenza, una tastiera che dà quel tocco di tetro (che non guasta mai)
e intermezzi degni di nota, ritmica potente e ritornello accattivante. Una voce femminile attraente come una sirena in mezzo al mare prima che
il sound torni a essere decisamente tosto, e un bell'assolo che accompagna la canzone verso la sua logica fine.
"The Darkest Night" (che leggo dalle note della band essere anche colonna sonora di un film horror indipendente) è un pezzo trascinante. Fin qui il lavoro di Steve Sylvester è ricco di spunti molto interessanti, dalle sonorità moderne e dal ritmo decisamente piacevole. Uno di quei dischi
che fa davvero piacere ascoltare, musicale (e di questi tempi non è semplice) e tanto melodico quanto rabbioso. Il lavoro della sezione ritmica è veramente pregevole. Da batterista (o aspirante batterista) dico che questo è lo stile di batteria che mi piace, non con una cassa che diventa un tritacarne, ma piuttosto una cassa usata con intelligenza e precisione, mai invasiva per il resto della band.
La cosa che mi piace di questo disco è che si comincia a canticchiare i ritornelli già dal primo ascolto, i pezzi sono immediati e incisivi e non
serve sentirli tanto perché rimangano a girare nella testa.
"Dyonisus" irrompe in maniera più leggera, quasi che la linfa (sonora in questo caso) cominci a fluire delicatamente ma in maniera sempre più profonda nella pelle di chi ascolta. Un crescendo sonoro, che anche per merito di un coro "celestiale" si miscela con un assolo, cambi di ritmo e stacchi che fanno la differenza.
Devo dire che Steve Sylvester ha azzeccato tutto, cantare è semplice quanto ascoltare le canzoni ed è una bella sensazione riuscire a fare proprio il
sound di un disco in maniera così semplice.
"Eaters" ha un inizio più tetro, fa pensare a un film horror. Lo stile è nettamente più aggressivo della canzone precedente, qui ogni strumento si fa spazio in maniera più prepotente. Un gran bel pezzo davvero, ruvido e tosto (solo ora leggo dalle note che anche questo pezzo fa parte di una colonna sonora per un film horror), veramente un carico di potenza.
"Star in Sight" è un altro bel pezzo di questo disco. La sensazione è che semmai i Death SS avessero bisogno di risorgere, questa è la prova che sono risorti in maniera totale e completa. Il disco è veramente riuscito.
Suoni perfetti, atmosfere macabre, melodia che non è mai scontata, ritmi pesanti e molto vari, un disco Metal cantato da una di quelle voci che non è facile dimenticare. Passa il tempo ma i Death SS restano sempre una gran bella certezza del panorama metal Italiano.
"Ogre's Lullaby" ha un carillon che è qualcosa di veramente macabro e tetro, quasi come il ritmo funereo e l'atmosfera delle chitarre pesantissime. Anche qui ci troviamo di fronte a un pezzo usato dai famosi e storici Manetti Brothers per un film horror e credetemi, se il film vale la canzone sono proprio curioso di vederlo. Siamo ai limiti di un tempo Doom Metal, pesante, lento e claustrofobico. Una lenta ossessione che ti colpisce l'anima e non la lascia più.
"Santa Muerte" è l'ottavo pezzo di questo disco; anche qui l'intro è abbastanza tetro, ma il riff iniziale ci spiazza e sembra portarci di fronte a un pezzo rock 'n roll old style, sebbene la voce di Steve Sylvester poi riconduca la direzione verso lo stile più consono alla musica proposta fin qui dai Death SS.
"The Devil's Graal" è un pezzo più lento e calmo; è un vero peccato non avere a disposizione i testi del progetto, da quelli si potrebbe evincere tanto e comprendere certe atmosfere. Sicuramente regna il solito lato oscuro, quella faccia misteriosa e magica, quell'alone che contraddistingue ed è la firma indelebile di ogni pezzo che è firmato con il nome Death SS.
"The Song of Adoration" è probabilmente simile a un'opera, quasi 10 minuti che intrecciano melodie suadenti e macabre ad atmosfere che riportano all'Egitto e a suoni mediorientali. L'inizio pacato è molto melodico, ci regala uno Steve Sylvester dalla voce pulita, una voce che sembra uscire da sarcofagi e labirinti dentro piramidi inesplorate, e non c'è che dire... il tutto incute un certo timore, soprattutto quando, circa a metà canzone, le voci sembrano davvero provenire dal profondo di una piramide, tanto sono lontane e accompagnate da una tastiera malefica e minacciosa.
"Precognition" è il penultimo brano di questa cavalcata in compagnia dei Death SS. Un pezzo deciso e rude. Il ritmo incalza, la voce di Steve Sylvester graffia e morde al collo come il Vampiro ha sempre fatto. Una batteria che offre una ritmica incentrata sull'uso di tom e timpano scandisce un tempo piacevolmente ritmico.
A chiudere il disco ci pensa "Bad Luck", pezzo veloce e "rockandrolleggiante".

Il disco dei Death SS è bello, piacevole da ascoltare e cantabile. La voce graffiante di Steve Sylvester non lascia mai dubbi e il lavoro strumentale è piacevole, mai noioso o scontato.
La musicalità e la melodia sono sempre in primo piano, anche se a tratti la cattiveria sonora (affiancata a testi che saranno sicuramente oscuri) si impone come la vera regina del progetto musicale che vede i Death SS impegnati in un ritorno, in quella "resurrezione" (semmai ce ne fosse stato bisogno) che si attendeva da tempo.
Ora non resta che attendere (per il sottoscritto) il caldo mese di agosto e l'esibizione live dei Death SS al Metalcamp. Attenderò con ansia di ascoltare i pezzi di questo disco, che effetto avranno suonati dal vivo, e naturalmente mi auguro che lo spettacolo sul palco sia come sempre una sorpresa, un mix di horror e sesso che ha sempre e da sempre contraddistinto i Death SS nel corso della loro lunga e indimenticabile carriera.
Ultima curiosità: l'album uscirà il 06/06/2013 (2+0+1+3=6).

\\\Dave///

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